Zeman show, Pescara-Genoa 5-0

Il Napoli passa a Verona , il Sassuolo vince a Udine

1487519970214_642875508.jpgBentornati in Paradiso, almeno per una domenica. Nessuno poteva immaginare che per (ri)fare Zemanlandia bastassero pochi giorni ma evidentemente il destino sa cucire fili invisibili ed ecco che una squadra che sembrava rassegnata alla B e depressa, ritrova d'improvviso gioia di giocare e soprattutto quel successo che nelle precedenti 24 giornate non era mai arrivato sul campo (c'era stato il 3-0 a tavolino col Sassuolo). Il Pescara batte, travolge, strapazza e umilia il Genoa che da oltre due mesi è precipitato in un tunnel buio, segna cinque gol tutti insieme, conquista per la prima volta 3 punti in stagione e quasi non ci crede. Zeman, dunque.

Basta la parola. Un mantra che trasforma come fosse un colpo di bacchetta magica i biancazzurri, capaci di ritrovarsi miracolosamente in quel 4-3-3 da sempre credo mai rinnegato del boemo. Bastano diciotto muniti al Pescara per riavvolgere un filo lasciato interrotto 5 anni fa, quando Zeman lasciò il club appena portato in A per farsi sedurre dalle sirene dell'altro suo grande amore, la Roma. Diciotto minuti in cui il Genoa ci capisce poco e prende due gol. Il primo dopo appena 5' quando Cerri, schierato titolare a sorpresa, ruba palla a Burdisso, evita Lamanna proteso in uscita e batte quasi dalla linea di fondo. La palla passa tra le gambe di Orban ed entra. Il Grifone prova a reagire con Palladino ma è poco incisivo, il Pescara invece corre, lotta, fa pressing e... segna ancora.

Al 18' corner battuto corto e palla dietro su Biraghi, che serve poi Caprari, bravo a battere Lamanna con la punta del piede. Juric prova a cambiare qualcosa inserendo Pandev per Hiljemark e qualcosa in effetti cambia, ma in peggio. Arriva infatti il terzo gol abruzzese: bravissimo Verre, che chiede e ottiene il triangolo con Cerri, prima di imbucare in area dove arriva l'inserimento di Benali che aspetta l'uscita del portiere e a tu per tu con Lamanna non sbaglia. Azione tutta di prima, l'Adriatico non crede ai propri occhi. Tre a zero al riposo e gara virtualmente chiusa.

Nella ripresa infatti il Genoa non riesce a cambiare l'inerzia della gara e rischia anche di affondare ulteriormente. Fin quando ne ha, il Pescara infatti non si ferma e sfiora il poker prima con Caprari che tutto solo tira debolmente, poi subito dopo quando Cerri fa da sponda in area per Benali che a porta spalancata spedisce alto. Squarci di vitalità genoana la regalano i subentrati Pandev e Pinilla ma a gioire è ancora il Pescara: doppietta personale di Caprari con un mancino imprendibile. Non finisce qua: arriva anche la doppietta per Cerri prima dello scadere. Pescara 5, Genoa 0. Zdenek è tornato, Zemanlandia forse, il Pescara è vivo.



NAPOLI - CHIEVO 3-1

La classe di Insigne, l'opportunismo di Hamsik, il destro di Zielinski: il Napoli si mette alle spalle la burrascosa nottata madrilena e riprende la marcia sicura in campionato, superando 3-1 il Chievo (gol di Meggiorini) al Bentegodi, soffrendo solo nei venti minuti finali. Lorenzo e Marek, i migliori al Bernabeu, trascinano la propria squadra al momentaneo secondo posto, rimettendo a distanza di sicurezza (-6) Inter e Atalanta; il polacco, invece, si rifa' dopo aver pagato, come tanti del resto, lo scotto del Bernabeu.

Insomma, pomeriggio sereno per Sarri che - chissa' se in seguito alle 'punture' di De Laurentiis (a proposito, striscione dei tifosi partenopei in polemica con il presidente in curva) - ha cambiato quattro titolari rispetto a Madrid, spedendo in panchina Mertens (Pavoletti), Zielinski (Allan in campo appena 42', poi ko per un problema agli adduttori), Diawara (Jorginho) e Albiol (Maksimovic). Non si e' notata la differenza in un impianto tattico ormai ben consolidato, nonostante Pavoletti appaia ancora un po' un pesce fuor d'acqua. 

Il Chievo ha resistito mezz'ora, rischiando soltanto sulla punizione di Insigne e sull'iniziativa di Callejon, respinto da Gobbi; anzi, Maran ha persino sfiorato il vantaggio in contropiede con Inglese, abile Reina nell'occasione. Tre minuti dopo, quasi all'improvviso, il saggio di bravura di Insigne: servito da Allan, il numero 24 azzurro - l'unico, ad avviso di De Laurentiis, dotato della napoletanissima 'cazzimma' contro il Real - rientra su Cacciatore e col destro indovina l'angolino, imparabile per Sorrentino.  Il Chievo si perde e al 38' subisce il colpo del ko: in maniera rocambolesca il pallone finisce ad Hamsik, che infila il decimo gol stagionale, arrampicandosi a -5 da Maradona. Un uno-due che stordisce il Chievo, capace di affacciarsi nuovamente dalle parti di Reina soltanto in avvio di ripresa, complice l'inserimento di Meggiorini per Radovanovic. Adesso Inglese non e' piu' solo nella morsa Maksimovic-Koulibaly, ma cambia poco nella sostanza.

Perche' il Napoli ha il grande merito, complice un pizzico di fortuna, di 'uccidere' la partita: Zielinski riceve e spara, Spolli devia e Sorrentino si inchina di nuovo. Milik per Pavoletti, ma il Chievo ha orgoglio. Su un lancio letto male da Koulibaly, Meggiorini si invola e con il sinistro in diagonale fa secco Reina. E' calato il Napoli, complice la stanchezza di mercoledi': Reina e Maksimovic ci mettono un paio di pezze, specie sulla doppia conclusione di Izco, mentre Gakpe' manca il bersaglio. Milik vicino al poker, Gobbi al 2-3, annullato. Non c'e' piu' tempo pero'. Il Napoli porta a casa tre punti e 'dimentica' Madrid, il Chievo perde e si rammarica per essersi svegliato troppo tardi. 



UDINESE - SASSUOLO 1-2

L'Udinese non sa piu' vincere, il Sassuolo conferma invece il suo buon momento di forma. Nella sfida della Dacia Arena tra due formazioni che ormai hanno poco da chiedere a questo campionato la spuntano gli emiliani, che passano per 2-1 grazie ad una doppietta di Defrel, che entra nella ripresa e cambia il volto di una gara che, fino a quel momento, era decisa da una magia di Fofana. Privo dell'indisponibile Faraoni, Delneri si affida all'estro di Badu e ad un tridente composto da De Paul, Zapata e Thereau. Senza lo squalificato Letchert e gli infortunati Antei, Ragusa, Lirola, Magnanelli e Biondini, Di Francesco oppone uno speculare 4-3-3 con Berardi, Matri e Politano davanti.

L'inizio e' tutto di marca bianconera e, sotto gli occhi di un grande ex del passato come Zico, Thereau apre le ostilita' al 5', con un rasoterra centrale con non impensierisce Consigli, alla sua 250esima presenza in Serie A. Al 7', i padroni di casa passano in vantaggio: Consigli sbaglia l'appoggio, Badu intercetta e serve Fofana, bravo ad alzarsi il pallone e a battezzare al volo l'angolino. Al 13' l'Udinese fallisce un facile raddoppio con Thereau, che rende vano l'affondo di De Paul. Da qui in poi, pero', i neroverdi alzano il baricentro e l'incontro diventa piu' equilibrato, anche se non si registreranno, fino all'intervallo, chance di rilievo. Da segnalare solo una manata di Peluso in faccia a Zapata al 35', su cui Tagliavento non interviene.
 
In avvio di ripresa, match falloso e nervoso, con De Paul che, al 3', invoca vanamente il penalty per un contatto in area con Dell'Orco e con Thereau che, al 9', va in gol ma in posizione di netto off-side. Al 13' si fa finalmente vedere Matri, che si incunea in area e, seppur trattenuto da Danilo, riesce a concludere trovando Karnezis sicuro in uscita. Di Francesco opta per un assetto ancor piu' offensivo e infila Defrel per Duncan. Mossa azzeccata perche' il francese, che sembrava in procinto di passare alla Roma a gennaio, appena entrato pareggia al 25', con una volee di sinistro su imbeccata di Politano.

Al 27' Thereau e Berardi non sfruttano una chance a testa ma il Sassuolo cresce ulteriormente e, al 34', completa la rimonta con il vantaggio, sempre firmato da Defrel, che realizza la sua doppietta con un sinistro da fuori di rara bellezza. Le due panchine esauriscono i cambi e, all'inizio del lungo recupero, e' l'Udinese a rendersi minacciosa, con una torsione aerea di Felipe, su punizione calibrata di De Paul, che termina fuori di pochissimo. Poi, il Sassuolo legittima ulteriormente con una doppia occasione, non concretizzata prima da Politano e poi da Ricci anche per la bravura di Karnezis. 



SAMPDORIA - CAGLIARI 1-1

Piu' calci che calcio a 'Marassi', dove Sampdoria e Cagliari danno vita a una partita emozionante ma parecchio nervosa, con un record di ammonizioni: ben dieci. L'1-1 finale e' firmato da Isla e Quagliarella ma entrambe le squadre hanno da recriminare: i padroni di casa per un palo di Torreira, gli ospiti per un gol, parso regolare, annullato nel finale a Ibarbo. Avvio a tutta birra dei sardi che sorprendono i padroni di casa e vanno subito in vantaggio al 6' con Isla, che non segnava in Serie A dal 2011: rimessa con le mani molto lunga di Murru, spizzata di testa di Ionita per l'accorrente esterno cileno che scarica al volo un bolide alle spalle di Viviano, con la difesa blucerchiata poco reattiva.

La Samp sbanda, e' molto imprecisa sulla trequarti avversaria ma Muriel inizia a strappare e al secondo affondo arriva il pari: al 22' il colombiano converge da sinistra, salta secco Padoin e mette in mezzo all'area un tiro cross deviato da Pisacane che Quagliarella tocca in mezza girata, in maniera un po' sporca ma efficace quel tanto che basta per battere l'esordiente Gabriel. Muriel e' incontenibile in campo aperto ma dietro i blucerchiati ballano: Sau si ritrova tutto solo in area dopo un'azione da corner ma non riesce a fare di meglio che sparare addosso a Viviano, bravo comunque a salvare tutto con un piede. Nel finale di tempo la squadra di Rastelli ritrova fiducia e si rende pericolosa ancora con Sau - molto mobile nel ruolo di punta unica - ma all'intervallo e' 1-1. 

Nell'intervallo l'inconcludente Fernandes resta in panchina, al suo posto Djuricic ma e' ancora il Cagliari a partire a razzo: pallone filtrante in profondita' di Joao Pedro per Sau (che parte in fuorigioco) a tu per tu con Viviano che fa un altro miracolo. Poi, come nel primo tempo, la squadra di Giampaolo ritrova compatezza e distanze tra i reparti e ricomincia a macinare gioco: Quagliarella manca la rovesciata da due passi, poi Muriel calibra male il diagonale mancino su invito di Djuricic. Un paio di punizioni di Torreira da posizione defilata sibilano accanto al palo, poi Pavlovic evita il 2-1 anticipando Ionita in spaccata dopo un'invenzione di Joao Pedro e Sau sbaglia un altro diagonale in corsa, bloccato ancora da Viviano.

L'ingresso di Schick regala nuova linfa ai blucerchiati: al 40' doppio dribbling del ceco (prima tunnel, poi suola), pallone al centro per Quagliarella che cerca l'angolino, sulla respinta di Gabriel si avventa Djuricic che rimette in mezzo per Torreira: destro in corsa e palo pieno. Finale convulso e nervoso (come tutta la ripresa). Al 40' punizione dalla destra, Viviano manca clamorosamente la presa in uscita, Ibarbo segna a porta vuota ma Massa annulla per un fuorigioco di partenza di Pisacane, che pero' non partecipava all'azione. E' l'ultimo brivido del match. La Samp sale a 34 punti e consolida il decimo posto, il Cagliari coglie un buon punto in trasferta e va a quota 28. 

JPI


 

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  • pubblicato19.02.2017
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